La cultura maya e gli animali sacri: simboli e incarnazioni di energie divine
La cultura maya e gli animali sacri
Gli animali hanno sempre avuto un posto privilegiato nel simbolismo
religioso di diverse culture, perché dotati di una forza vitale e fisica
superiori a quelle degli esseri umani: hanno artigli e una vista acuta, possono
volare e sopravvivere sotto acqua.
Sono simboli e incarnazioni di energie divine che entrano in contatto
con gli uomini. Molti esseri provenienti dal mondo degli animali erano
considerati sacri dai Maya. Gli animali erano simboli di forze naturali e livelli
cosmici, epifanie di energie divine, demiurghi tra gli dei e l’uomo, protettori
di stirpi e alter ego degli esseri umani.
Per i Maya, la
scimmia, per la somiglianza all’uomo, rappresentava le
arti, ma soprattutto era lo scrivano
degli dei, perché incaricata di trasmettere agli uomini i disegni divini attraverso la scrittura; per questo motivo
era anche il guardiano della
saggezza.
Il gufo è molto
presente nella cultura Maya. Si diceva che conosceva il cammino fino a Xibalbá, i
mondo dei morti. Il gufo accompagnava il dio dell’inframondo e veniva e viene associato alla saggezza e chiaroveggenza.
Le rane sono tra gli
animali acquatici più rappresentati nell’arte maya; il loro canto rievocava nei
Maya la pioggia e quindi la fertilità
della terra. La loro importanza è giunta fino ai giorni nostri
tanto che nelle aree rurali dello Yucatan, durante le cerimonie propiziatorie
per invocare la pioggia, i bambini rappresentano questo animale e ne imitano il
canto.
La tartaruga in
acqua si relazionava con la vita dell’oceano, mentre la sua corazza, guscio
simboleggiava la terra. La tartarughe di terra invece erano
associate alla longevità
I rettili furono
plasmati nell’arte maya per rappresentare l’origine del mondo ed il mare primordiale.
Il coccodrillo,
nelle sua accezione celeste, incarna un mostro cosmico bicefalo, mentre nel suo
aspetto terrestre viene rappresentato come il mostro Cauac, un essere con
l’aspetto di rettile e tratti di coccodrillo. La loro pelle squamosa veniva
vista come la superficie della terra e le fauci aperte come la caverna che conduce nell’aldilà (l’inframondo per i Maya
che credevano nella resurrezione).
Le raffigurazioni di serpenti sono molto comuni nell’architettura maya.
Il serpente era considerato un essere potente che infondeva armonia agli elementi dell’universo
in conflitto tra di loro, rappresentava il mondo terreno e la sapienza umana.
Erano considerati l’incarnazione terrestre del sole. Da qui l’adorazione a Kukulcán
o Quetzalcóatl, il serpente piumato sceso sulla terra.
Il
cane, Xoloitzcuintle, fu considerato sia guardiano sia cane da
compagnia. Era credenza che i cani fossero i compagni fino all’inframondo e per
questo venivano sotterrati a fianco dei loro padroni affinché potessero guidare
il cammino delle loro anime.
Il cervo era cacciato,
solo dalla alta casta dei Maya, per la sua carne nutritiva, ma rivestiva un
ruolo importante nella loro visione cosmica. Lo collegavano alla magia. Era posto in relazione con la terra ed era
considerato un simbolo del Sole diurno e
del suo movimento dalla
vita alla morte: all’alba è un lamento e al crepuscolo agonizza.
Il giaguaro rappresentava
per i Maya uno dei principali simboli del lato oscuro della vita, del regno del mistero, delle forze
distruttive; tuttavia, a volte veniva impiegato come simbolo di energie sacre come la vita e,
quindi, rappresentava il contrario
necessario per l’equilibrio cosmico.
Il giaguaro è il Sole quando
entra nell’inframondo (aldilà)
e il suo manto è
il cielo notturno punteggiato
di stelle. Per i Maya, il giaguaro era un essere proveniente da un mondo precedente rispetto a
quello attuale, da un tempo primordiale, caotico e pre-cosmico; rappresenta,
quindi, i poteri occulti e incomprensibili della
distruzione e i luoghi e i tempi inaccessibili all’uomo comune. Il giaguaro era, pertanto, animale
temuto e venerato, adulato e rappresentato per il suo potere sulla vita e sulla
morte.
In collusione ogni essere della fauna del mondo Maya ha una
propria funzione nel ciclo della natura. Alla fine siamo tutti parte di un tutto.
#destinazioneMexico
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